Il sole di inizio giugno inizia a farsi sentire sulla pelle timida e impaziente.
Sara ci legge attraverso una poesia, le impressioni di una voce lontana ma straordinariamente vicina: inganniamo l’attesa con le parole.
All'improvviso Agnese spunta da dietro il muro con il mazzo di chiavi in mano: Giacomo lo aveva lasciato sul tavolo.
Sono quasi le 16:30 e il laboratorio sta per iniziare.
Il primo gruppo è il gruppo “di allestimento” e tutti insieme inizieremo a compiere i primi passi verso l’evento finale: vedremo gli aspetti organizzativi e inizieremo a farci un’idea di quello che piano piano andremo a costruire.
Maria, Angelo ed Enrico posano vecchi album sul muretto del portico e Agnese è riuscita addirittura a trovare stoffe e oggetti vari che fino all’altro giorno dormivano riposti in un armadio.
La mia attenzione viene immediatamente rapita da una pettinessa magenta scuro posata delicatamente da Sara sul fazzoletto blu: quanti capelli avrà pettinato? Saranno stati biondi o mori? Rossi o magari sale e pepe? Sarà stato un regalo della mamma, della nonna o della zia? Sarà forse stato un regalo del nonno? Sarà mica stata rubata e mai restituita?
Tutte queste domande aprono milioni di canali interni che rimangono così, semplicemente aperti, lontani da una risposta certa.
Mi va bene così, mi va bene immaginare.
Mentre osservo i volti incastonati nelle fotografie come fossero pietre preziose, mi rendo conto di quanti esserei umani prima di noi, dal 1500 fino ad oggi, hanno camminato sotto il portico del Convento. Visi a me sconosciuti, come quelli lì, vissuti a Civitaretenga anni e anni fa...magari la donna della pettinessa ci si nascose per sfuggire dalla rabbia del padre, chissà!
Sono quasi le 17:30 e il gruppo danza ucraina ci sta per raggiungere. Valentino e Giacomo si scambiano l’ultimo suggerimento e Maria ed Agnese iniziano ad avviarsi verso il portone d’ingresso, ci salutano e ci diamo appuntamento a più tardi.
Nel frattempo arrivano anche Erica, Francesca e Laura che entusiaste ci raggiungono nel cortile: abbiano inizio le danze!
Con mio stupore mi rendo conto di non aver dimenticato i passi imparati l’altra volta e tutte insieme riprendiamo la coreografia fino a terminarla. Anche senza Massimiliano le risate non mancano, la prossima volta però non ci sfuggirà...ballerà in prima fila!
Concluse le danze ci avviamo verso l’ultima parte del laboratorio, ovvero l’incontro con il gruppo “favola”. Ricordate la favola del cavolo? Ne avevamo parlato in quest’articolo.
Ebbene, in merito a ciò, posso solo dire che tra finti pianti, campane e filastrocche dicembrine è uscito fuori un qualcosa di bello…purtroppo però, per ora, non posso svelarvi altro.
“Chi rimane a cena?”
Amatriciana per tutti.