Al termine della Residenza artistica e della Festa-Spettacolo, abbiamo chiesto ai ragazzi e alle ragazze della Carovana di donarci alcune impressioni riguardo i giorni vissuti nell’Ostello sul Tratturo.
Attraverso le parole di alcuni di loro vogliamo lasciare traccia di un momento in cui la realtà è rimasta sospesa.
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"Faccio estrema fatica a riassumere o raccontare l'esperienza di Conventus, probabilmente perché la sento ancora molto forte dentro di me e le parole non possono descrivere a pieno le emozioni provate.
Quindi andrò per concetti.
Quello che più ho amato è stato il ricontattare la mia me bambina. Era un desiderio degli ultimi tempi: voler prendere uno spazio in cui poterla/mi riscoprire, e l'ostello e la residenza sono stati il luogo e l'occasione ideale, forse l'unica mai avuta, almeno finora, nella vita.
Credo sia stata essenziale la sospensione dalla realtà che si è creata e l'essere circondata da persone altrettanto desiderose di mettersi in gioco.
Un altro aspetto che è stato importante è la condivisione,che sia di un luogo, di una tavola, di un pensiero o di uno spazio.
Insomma, sperimentare nuovamente il concetto, ormai quasi dimenticato, di comunità era l'aspetto su cui puntavo di più e che più mi incuriosiva.
Poi ovviamente le relazioni umane, brevi ma intensissime. Dense come fossero miele. Sincere come quelle tra fratelli e commoventi per la loro nudità.
A fine residenza ho pianto nel salutare gli altri partecipanti, non per la mancanza che avrei sentito, ma per l'emozione e la gratitudine di averli conosciuti così nel profondo.
Essenziale, infine, è stato avere uno scopo. Sociale, politico, umano?
Insomma, sapere di non fare questo esperimento solo per bisogno personale o per divertimento, ma per poter essere interpreti di una comunità, per creare coesione, fare qualcosa per gli altri e di conseguenza anche per me. L'equazione perfetta.
Questa cosa,chiaramente, è stata resa possibile dall'incredibile lavoro fatto nei mesi precedenti alla residenza.
Di nuovo, grazie di cuore a tutti."
Ilaria Giardini
"A distanza di pochi giorni ripenso a questa esperienza e sento di aver ricevuto un
regalo.
In effetti la sensazione predominante è quella della gratitudine, mi sento grato in
senso ampio, nei confronti di tutti gli individui che hanno condiviso con me la
carovana, nei confronti dei luoghi che ci hanno accolto con cura, del
tempo che si è dilatato per farci vivere nel miglior modo ogni attimo, e infine nei
confronti delle coincidenze che in quei giorni si sono materializzate sotto forma di
relazioni che hanno reso speciale e difficile da dimenticare tutto il viaggio.
In questo momento sono convinto che nella residenza di Civitaretenga io abbia
ripreso il respiro che ultimamente avevo in affanno e sono tornato a giocare. Il
sorriso si affaccia tra le mie guance e provo un misto di tenerezza, malinconia e
forse anche un po’ di astinenza. Credo di aver scoperto una nuova forma di
dipendenza: l’Abruzzo".
Matteo Giansanti
"Provo a mettere ordine nel groviglio di emozioni che mi porto dentro dopo l'esperienza meravigliosa di Conventus…
C'è sicuramente gratitudine per aver potuto condividere tanto e così intensamente con tutti i miei meravigliosi compagni di viaggio in quel posto sospeso nel tempo, quasi magico che è l'Ostello sul Tratturo di Civitaretenga.
C'è la sorpresa e la commozione dello scoprire che un teatro profondamente radicato nella terra in cui nasce e che connette tutte le persone che la abitano è possibile e bellissimo.
C'è profonda nostalgia per la vita così piena e vibrante di quei giorni e anche un po' di paura nel ritornare alla vita veloce di tutti i giorni, fatta di tante cose non necessarie. C'è sicuramente la gioia di poter conservare dei ricordi preziosi e di sapere un po' meglio cosa cercare in futuro".
Serena Chiaramonte
"Credo che per vivere un territorio serva contatto, conoscenza, apertura. E per avere tutto ciò, credo serva tempo.
I giorni passati su una terra e le necessità umane che portano e comportano il contatto, fanno in modo che muri, volti, alberi diventino presenze significative.
"Conventus" è una formula nuova che trasforma il tempo e lo spazio vissuti da sole due persone in qualcosa da condividere facilmente, da rendere "di tutti", e così i partecipanti si ritrovano in mano il tesoro del tempo e della conoscenza di un anno condensato in una festa.
Sento di aver vissuto Civitaretenga pur essendoci rimasta poco meno di una settimana perché i giorni dentro l'ex convento sono stati PIENEZZA e mi hanno dato modo di rovistare tra le memorie, le inflessioni vocali e i profumi di un angolino d’Abruzzo.
Meravigliata e infinitamente grata di essere lì, sentivo ad ogni passo la scoperta e la voglia di trovare i volti che avevano raccontato, vissuto e generato (in modo dolcemente inconsapevole) la poesia della festa.
È stato come inserire l'ultimo pezzetto di un grande puzzle, del quale, solo per un attimo, mi sono sentita colore.
Non credevo possibile sentire di avere "vissuto" un territorio dopo cinque giorni.
Il teatro però, come ogni volta che lo incontro, mi mette davanti meccanismi e soluzioni che non capisco e ai quali mi affido, tanto non deludono mai.
Felice di essere stata un ciottolo sulla strada di questo meraviglioso Caravan!"
Donatella Mannuzza
"Ciò che più mi ha attratto di questa bellissima esperienza è stato l'impegno, anche se per poco tempo, nel campo della recitazione. Questa opportunità è stata grande, meravigliosa e utile per me.
Amo questo campo e spero davvero di diventare un attore, anche se so che se dovessi diventare un attore sarei un attore fallito 🤣 , perché alla fine sarò un ingegnere civile."
Ali Dhahir Mohsin
"Mi è stato chiesto cosa ho portato a casa da questa esperienza; beh, sicuramente le persone: è incredibile come si possano creare reti umane "semplicemente" trascorrendo del tempo insieme per lavorare su un obiettivo comune.
Abbiamo creato una rete che, a sua volta, ha generato ricordi, proprio come quelli che gli abitanti della comunità di Civitaretenga ci hanno donato.
I ricordi resistono al tempo e allo spazio se vengono condivisi e raccontati.
Proprio per questo, un altro aspetto importante che ho accolto nel bagaglio di Civitaretenga riguarda la facoltà di fare delle scelte e, in particolare, quella di essere portatrice del senso dell'esperienza che ho vissuto nel convento e dei valori che hanno caratterizzato ogni momento della Residenza Artistica."
Giulia Costantini